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    Riflessione su Dan Peterson  (1508 Click)
    Godetevi la partita. Scritto da Mauro Sandrini.
    10/01/2011
    esedra
    Sport
     

    Godetevi la partita.

    Dell'e-learning e non solo...

    Post scritto da Mauro Sandrini.

    Qualche giorno fa, il 5 gennaio, a 75 anni, è tornato sul campo un allenatore che ha fatto la storia del basket italiano: Dan Peterson. Si è trattato del match tra la squadra di Milano e quella di Caserta che ha visto vincente Milano. I dettagli sportivi dell'evento sono qui.

    Ma non sono le questioni sportive che qui ci interessano.

    Quel che interessa è il modo in cui una persona di 75 anni, che nella vita ha vinto tutto, è tornato in campo e soprattutto come si è rapportato con i giocatori per motivarli.

    Da ragazzo seguivo molto il basket, poi crescendo con gli anni, ma non con i centimetri, la passione si è affievolita. É rimasto in me però il segno della competizione, dell'agonismo (forse maschile), che si incontra pure fuori dal campo. Anche quando, per esempio, si deve affrontare un nuovo progetto di e-learning.

    A questo proposito quel che mi ha colpito di Dan Peterson sono state due cose: la prima, la concentrazione su un obiettivo, la seconda il modo di motivare se stesso e i giocatori. Vediamoli.

    1. Avere chiaro un obiettivo e restare focalizzati

    Dice Dan Peterson: "Quante emozioni nella mia prima partita. (...) Bello parlare alla conferenza stampa. Bello entrare in campo con una standing ovation. Bello leggere il cartello che dice il nano ghiacciato non invecchia mai. Durante tutto questo mi son detto Dan, non togliere neanche un secondo gli occhi dal vero obiettivo della sera: la partita con Caserta!"

    É lo stesso atteggiamento che serve di fronte a un nuovo progetto di formazione a distanza. Il bello dell'e-learning è che si tratta sempre di un'entità complessa, che può essere declinata in modi molto diversi tra loro e, a volte, anche contrastanti. Definire un obiettivo tangibile e concentrarsi su quello, non significa lasciar perdere quelli secondari, ma anzi renderli coerenti con quel che si vuole realizzare. Senza disperdere energie e con maggiori soddisfazioni per tutti: architetti, esecutori e committenti.

    2. Godetevi la partita

    Ma non è tutto. Continua l'allenatore: "Ringrazio la squadra per aver giocato col cuore. (...) Rivolgendomi a loro poco prima che lasciassero lo spogliatoio ho detto Godetevi la partita! Il concetto è semplice: andate in campo e divertitevi. (...) Il che non vuol dire scendere in campo e scherzare, ma farlo con la gioia nel cuore. Ho pensato che avrebbe dato loro fiducia e li avrebbe rilassati. A volte basta un sorriso, lo sport non deve essere una condanna a morte. Un uomo gioca anche per esprimere se stesso".

    Anche se non sempre se ne è consapevoli ogni progetto di e-learning è destinato ad entrare in relazione con il nucleo dell'organizzazione e ciò deve avvenire nel modo più delicato possibile. Il motivo è semplice: l'e-learning non è una tecnologia ma un processo di apprendimento e di distribuzione dei saperi. Ogni corso - per quanto marginale - costringe l'organizzazione a confrontarsi con processi inediti e a suscitare entusiasmi e diffidenze.

    Oggi siamo costretti a competere non solo con i cinesi, ma spesso pure con i nostri vicini di scrivania con cui - in teoria - dovremmo cooperare. La paura di essere sopravanzati però, di perdere il posto o altro, possono rendere opprimente e anche inefficace il nostro lavoro.

    Allora anche un nuovo progetto di e-learning può diventare un modo per competere e veder migliorare il proprio  riconoscimento, non possiamo permetterci di fallire o di fare una brutta figura.

    Per quanto sia difficile il miglior consiglio per intraprendere un progetto complesso, di e-learning o di qualsiasi altra cosa, è proprio quello di Dan Peterson ai suoi giocatori: godetevi la partita. É il modo migliore per far sì che il risultato non diventi una spada di Damocle da cui dipende il riconoscimento del proprio lavoro e, invece, per riuscire a trascorrere il tempo, il percorso fatto passo passo, verso l'obiettivo, nel modo migliore.

    É tempo di vita anche quello del lavoro.
    Ed è già un gran bel risultato quello di poterlo vivere meglio che si può.




     
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