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    El mè testament di Angelo Brofferio  (4557 Click)
    Fausto Amodei esegue in piemontese e traduce alla fine in italiano. Da www.deposito.org
    04/11/2008
    pa.ce.2006
    Tradizioni
     

    Angelo Brofferio (Castelnuovo Calcea6 dicembre 1802 – Locarno25 maggio 1866) è stato un poeta e politico italiano.

    Discendente da una famiglia di dottori benestanti, ricevette un'educazione illuminista e anticlericale.

    Frequentò il liceo ad Asti, e nel 1814 con la famiglia si trasferì a Torino dove frequentò la facoltà di giurisprudenza dell'università.

    Nel 1821 Brofferio fu costretto a rifugiarsi nel paese natio per sfuggire alla dura repressione messa in atto dopo le sommosse antimonarchiche sfociate a Torino e alle quali aveva preso parte.

    Allontanato anche dall'università, iniziò a scrivere drammi sulla libertà, ma le sue rappresentazioni furono censurate. Nel 1822, riammesso all'ateneo, si laureò in giurispudenza.

    Ispirandosi all'Alfieri, continuò a scrivere commedie che furono portate in scena anche all'estero con successo. Conobbe così numerosi patrioti e rivoluzionari che rafforzarono il suo odio verso i governi reazionari. Nel 1831 entrò a far parte della massoneria Franchi Muratori, ma fu ben presto arrestato e, dopo aver reso una confessione sull'organizzazione della società segreta, rilasciato, si allontanò dalla carboneria.

    Si sposò con Felicie Perret, dalla quale ebbe tre figli, e poi con Giuseppina Zauner, dalla quale ebbe altri tre figli.

    Nel 1835 iniziò la collaborazione con il giornale Messaggero Torinese, divenendone il direttore. Si occupava di letteratura, teatro e critica di costume. Nel 1840 curò un periodico ad uscita settimanale di tono progressista e a finalità divulgativo-enciclopediche che, non a caso, intitolò "Il dagherrotipo: galleria popolare enciclopedica".

    A maggio 1848 fu eletto parlamentare subalpino e appoggiò la Costituente italiana nell'anno successivo, e il riconoscimento della Repubblica Romana, che fu costituita il 9 febbraio 1849, che vedeva la decadenza del governo temporale del papa.

    Nel 1849 in Piemonte si consumò la battaglia di Novara e il generale Ramorino fu accusato di disobbiedenza per aver portato la divisione alla destra del Po, contravvenendo agli ordini e causando la disfatta contro l'esercito austriaco di Radetzky.

    Brofferio ne assunse le difese, ma perse la causa e il generale fu fucilato.

    Nell'ottobre del 1851 al Conte Camillo Benso di Cavour fu dato il portafoglio dell'Agricoltura nel Ministero D'azeglio. Di destra moderata, cercò l'appoggio della sinistra di Rattazzi per crearsi un proprio partito, ma poi usò D'Azeglio per eliminare dal campo politico Rattazzi stesso.
    Brofferio, di estrema sinistra, tra i membri dell'opposizione democratica, era contrario alle idee monarchiche del Cavour e si oppose ai suoi disegni di legge di indipendenza italiana a fianco dell'industrializzazione inglese e al coinvolgimento alla guerra in
    Crimea.

    « ... non ha un preciso indirizzo politico, né rispetto per le convenzioni e la moralità... »

    Nel 1864, Brofferio fu tra gli oppositori del trasferimento della capitale da Torino a Firenze, come conseguenza degli accordi franco-italiani, che fece esplodere nel centro cittadino gravi tumulti che si conclusero con 30 morti ed oltre 200 feriti.

    Nel 1865 Brofferio venne eletto per la sinistra a Dronero, ma fu l'ultimo impegno politico; morì l'anno successivo nella sua villa di Locarno "La verbanella".

    Fortemente legato alla cultura, scrisse moltissime canzoni in piemontese, soprattutto legate al concetto di Patria Italiana e di indipendenza dallo straniero; alcune di esse furono interpretate da Gipo Farassino nell'album Guarda che bianca lun-a, del 1974.

    La stèila dël Piemont del 1847
    Dal prim di ch’ i eu fait la sapa
    d' canté d'arie an stil monfrin,
    për gnun Prinsi, për gnun Papa
    i eu mai fait ël buratin.
    Sensa mai perde l'aptit,
    pr’esse pòver, pr’esse cit,
    sospirand, i aussava ’l front
    vers la stèila dël Piemont!

    da http://it.wikipedia.org/wiki/Angelo_(Michelangelo)_Brofferio




     
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