Quel cugino che dimenticava la fisarmonica un po’ ovunque è stato l’incipit della sua passione, cominciata una sessantina di anni fa. Un giorno decise di disfarsene e regalargliela. E oggi Mauro Torterolo, pensionato di 68 anni, che iniziò così la sua collezione nella casa di Carcare (entroterra di Savona), può vantare 702 fisarmoniche di ogni tipo, provenienti da mezzo mondo, che lui però non ha mai imparato a suonare. A queste si sono aggiunte anche 600 armoniche a bocca, 600 statuine di suonatori di fisarmonica oltre a una quarantina di altri strumenti tra violini, mandole, banjo e balalaike.

IL RICORDO

«Mio nonno suonava la fisarmonica, uno strumento che mi ha sempre affascinato – spiega Torterolo – ma quando ero bambino si iniziava a lavorare presto. Il maestro era a Savona, c’erano pochi collegamenti, così non ho mai preso lezioni e non ho imparato a suonare. Ma ci pensano gli amici. Ogni tanto Nadio Marenco, il noto fisarmonicista, viene a trovarmi e suona qualche pezzo». Mauro ha iniziato a lavorare come lattoniere da ragazzo, gli è capitato spesso di andare nelle soffitte delle case della zona e vedere vecchie fisarmoniche abbandonate in un angolo, coperte di polvere e magari rotte. E il richiamo diventava sempre più forte. «Molti mi dicevano: se riesci ad aggiustarla te la regalo - prosegue Torterolo - allora le prendevo, le studiavo e le risistemavo. Oggi, dovrebbero essere 702, ma dopo 700 ho perso il conto».

A volte il collezionista per caso le barattava con il proprio lavoro. E intanto la passione cresceva guardando quel mantice e quei tasti in madreperla. La prima fisarmonica acquistata è stata una Bramante, fatta a Savona, un pezzo degli Anni 20 chiamato «liturgica» perché ha suoni molto simili a quelli di un organo. Nella collezione di Torterolo ci sono anche i bandoneon argentini (uno è del 1940), una fisarmonica proveniente da Chicago, un’altra con la scritta Cccp bene in evidenza e una con la doppia tastiera. In una vetrinetta a parte ci sono i pezzi più antichi: le fisarmoniche francesi del 1850. E poi c’è una sezione dedicata a quelle di Stradella. Tutti strumenti acquistati nei mercatini, donati da appassionati che li hanno ritrovati in soffitta e affidati a Mauro. Sicuri che li avrebbe curati e tenuti come figli.

GLI APPASSIONATI

Mauro non sa se arriverà al traguardo di mille fisarmoniche, ma la sua collezione è diventata meta di appassionati di tutto il Nord Italia. «Poche settimane fa mi ha chiamato un gruppo di persone di Varese in vacanza in Riviera - spiega lui - . Mi hanno chiesto di poter venire a visitare la collezione ma era un pullman di cinquanta turisti. Qui gli spazi sono stretti e avrei dovuto fare piccoli gruppi di sette otto persone al massimo. Mi è spiaciuto dire di no, ma non sono organizzato». Ora il sogno che coltiva da anni è trovare un spazio pubblico per allestire un museo permanente e fare conoscere l’oggetto della sua passione ad altri. Un po’ come il Museo della fisarmonica di Castelfidardo che ha 350 pezzi. «Da anni lo chiedo: metterei a disposizione la mia collezione - conclude - ma il Comune non ha spazi adeguati. È comunque un sogno che mi piacerebbe realizzare».

I commenti dei lettori