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Cassano: sesso, cibo e pazzie: "Ma che stupido sono stato''

Intervistato da 'As' il barese ripercorre la sua carriera: "A Madrid ero sesso-dipendente, non giocavo perché pesavo 93 chili. Totti fantastico, con Capello arrivai quasi alle mani ma ha tirato fuori il meglio di me. La Nazionale? Ci credo ancora"

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GENOVA - "Solo uno stupido poteva comportarsi come ho fatto io a Madrid". Antonio Cassano guarda al passato e traccia un bilancio della sua carriera. L'attaccante della Sampdoria, intervistato da As, si lascia andare a un racconto autentico delle sue tante esperienze. "Non potevo dire no al Real Madrid quando mi hanno chiamato, molta gente avrebbe pagato per giocare lì ma in campo andava solo uno tra me e Robinho. Quando vai a Madrid puoi fare due cose: stare con la famiglia, concentrato, o andare in giro a fare il cretino. Ho fatto la seconda cosa".

ERO SESSO-DIPENDENTE - Dopo il preambolo, Cassano prosegue. "Beckham a Madrid era una brava persona ed era sposato, le ragazze volevano tutte conoscere lui ma non era possibile. Ero fidanzato anche io quando sono arrivato lì, ma dopo un mese... Fino al 2 febbraio 2008, quando ho conosciuto la mia attuale moglie, ero sesso-dipendente. Avevo la possibilità per fare quello che volevo, ero un giocatore del Real Madrid: se avessi fatto un altro lavoro non mi avrebbe guardato nemmeno mia madre. Sono una brava persona ma non sono bello". Anche sul cibo, Cassano non scherza: "Il mio peso ideale è di 83 chili, a Madrid non giocavo perché ne pesavo 93. Quando sono arrivato alla Samp quest'anno ne pesavo 95, ora sono tornato a 83 ma so che posso riprendere 7-8 chili nel giro di un mese".

CAPELLO E TOTTI - Ai tempi di Madrid, fu famosa la sua imitazione di Capello. "Non mi mise fuori rosa per quel motivo ma perché litigai con lui a Xerez. Vincevamo 3-1, mi tenne a riscaldarmi per 45 minuti senza farmi entrare. Arrivammo quasi alle mani, aveva le sue ragioni e le ha ancora. Ha tirato fuori il meglio di me, era un martello. A Madrid ho giocato con due dei cinque più forti di sempre: Ronaldo e Zidane. Zizou non parlava mai, in un anno e mezzo lo avrò sentito parlare tre volte, ma in quelle occasioni lo ascoltavano tutti senza fiatare. Penso sarà un grande allenatore, ha fatto la storia del calcio". Da Zidane a Totti: "E' una persona fantastica, ho vissuto a casa sua sei mesi, poi abbiamo litigato per una mancanza di rispetto. Ma sognavo di giocare con lui. Oggi il calcio è Messi, è il numero uno, poi si passa direttamente al tre e al quattro. E' meglio di Maradona. Cristiano Ronaldo è come Nadal, Messi è come Federer, che a 35 anni è sempre al top".

LA JUVE E LA NAZIONALE - Inevitabile una domanda sul suo no alla Juventus: "Sono un tipo molto latino, lì sembrano tutti dei soldati. Sono dei professionisti e vincono. Ma io devo mangiare quello che voglio, mandare qualcuno a quel paese: l'ho fatto quasi con tutti gli allenatori". Un atteggiamento che non gli ha impedito di vestire spesso la maglia della Nazionale. "Con la Spagna non avremmo mai potuto vincere l'Europeo. Dopo dieci secondi abbiamo perso palla e se la sono passata per due minuti e mezzo, lì ho capito che eravamo fregati. Non ho perso la speranza di andare agli Europei ma so di avere una possibilità su un milione. Conte non mi ha mai chiamato in due anni, la squadra funziona. Io ho sacrificato tutto quello che potevo e ora ho raggiunto il mio peso ideale". Un messaggio va anche ai tifosi che lo hanno amato. "Nel mio cuore ci sono tre squadre: la Sampdoria, l'Inter di cui sono tifoso sin da piccolo e il Parma, soprattutto dopo quello che è successo. Il resto l'ho già dimenticato".
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