La storia dei “toret”, le caratteristiche fontanelle torinesi in ghisa verde nelle quali, dalla bocca di un toro, sgorga l’acqua, adesso si arricchisce con una nuova pagina. A raccontarla è Mario Pellegrino, proprietario della piccola fonderia pinerolese che li realizza dagli Anni 70. Ebbene, stando alla sua ricerca, emerge che le fontanelle hanno dei progenitori a Palermo. «Passeggiando per le vie di questa città – spiega Mario Pellegrino –, mi sono accorto che c’erano fontanelle identiche a quelle torinesi come larghezza, profondità, rifiniture, ma soltanto un poco più basse». L’anno di fusione riportato su alcune era il 1887 e su altre il 1888 o l’89. «A quel punto è iniziata la mia ricerca e ho visto che le fontanelle sono successive alla decisione presa, nel 1886, di captare le acque di Scillato. E nel 1893 il sindaco di Palermo, Ugo Della Favera, aveva assegnato ad un’impresa di installazioni idrauliche torinese il compito di collegare alla rete le fontanelle in ghisa».

L’appalto

E così, in Sicilia, erano scesi i torinesi Giovanbattista e Celestino Biglia e Alessandro Vanni, per realizzare l’opera richiesta dal Comune. Continua Pellegrino: «A Torino le fontanelle non c’erano ancora, risulta infatti che le prime siano apparse soltanto nel 1900. Ma mentre quelle siciliane erano anonime, a quelle torinesi era stata applicata la testa del toro e per fare questo è stato necessario rialzarle di alcuni centimetri. Questa è l’unica modifica, ho eseguito i disegni delle fontanelle siciliane e le ho confrontate con quelle di Torino. Su una bancarella di libri usati ho anche trovato un volume che parla di queste opere, dove si nota che lo stampo è pressoché uguale a quelle realizzate a Torino». Tante coincidenze che avvalorerebbero la tesi di Mario Pellegrino, da sempre affascinato dalla storia dei toret.

La crisi

C’è un po’ di nostalgia quando ricorda quegli importanti ordini che dal Comune di Torino partivano per la fonderia pinerolese: «Abbiamo fatto tutti i basamenti delle illuminazioni di piazza Vittorio e del Valentino, ma anche quelli di piazza Castello e di piazza Solferino, poi c’è stato un crollo delle richieste». Gli ultimi toret li ha consegnati a dicembre: in un anno ne ha fusi 17, una volta se ne facevano 70. Poi è arrivata la crisi anche per i toret, forse in parte dettata dalla necessità di non sprecare l’acqua che da queste fontanelle è sempre sgorgata senza alcuna interruzione. I toret comunque piacciono e ogni tanto alla fonderia arrivano richieste da parte di privati che vogliono installarne una in giardino.

«Oggi ne abbiamo realizzati in scala ridotta, da regalare a personalità che hanno dato lustro a Torino. Fra questi l’ex direttore de La Stampa, Mario Calabresi, e il generale Gino Micale, comandante della legione carabinieri Piemonte».

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