«Pronto, Fabio? Ciao, sono il Papa. Volevo sapere se allora hai voglia di organizzare il catering per tutti i miei parenti durante la visita che farò a Torino».

«Dai, non scherzare, chi sei?» .

«Te l’ho detto, sono Francesco, ci siamo visti in Vaticano».

Il ristoratore Fabio De Chirico, proprietario di «Borromini 72», nell’omonima piazza alla Madonna del Pilone, racconta così la telefonata ricevuta dal pontefice nel giugno del 2015. «A momenti cadevo dalla sedia per la sorpresa, dopo un bel po’ l’ho riconosciuto dall’accento». Qualche tempo prima aveva partecipato con la moglie Samantha e la figlia Ginevra di cinque anni ad un’udienza papale, nel corso della quale si era intrattenuto con Francesco una decina di minuti, lasciandogli poi il biglietto da visita della sua gastronomia-take away, specializzata nel panino con il pesce. «A dire il vero circa sei mesi prima avevo ricevuto un paio di telefonate del Vaticano, che voleva sapere un po’ di più sulla nostra attività».

Finalmente arrivano altre informazioni sulla location (l’Arcivescovado), il numero di persone (35, più 7 gendarmi) e il menù richiesto, un misto di carne e pesce. «Mandiamo via mail le nostre proposte, che vengono accettate. E in privato il Papa mi avrebbe poi detto che lui e i suoi familiari sarebbero venuti volentieri a mangiare in piazza Borromini, ma i gendarmi per motivi di sicurezza non lo avevano permesso».

A giugno dello scorso anno, Francesco è in visita a Torino. Fabio accontenta il Papa, che aveva chiesto che a tavola tutti potessero guardarsi negli occhi. «Come da sue indicazioni i camerieri non dovevano versare il vino, e lui era il primo che sporgeva il piatto una volta finito di mangiare. Mi dava del tu, e più di una volta è venuto in cucina a curiosare. Ad un certo punto una cugina gli ha detto: “Giorgio (il vero nome di papa Francesco; ndr), mi fanno male i piedi”. E lui, in piemontese: “E allora togliti le scarpe, che problema c’è?”. Alla fine del pranzo era entusiasta: “Fabio, avete realizzato un mio grande sogno, siete stati meravigliosi”».

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