Bologna

La "mamma" degli asili nido lascia il Pd: "Non è più il mio partito"

Adriana Lodi 
Adriana Lodi, 82 anni, da assessore di Bologna andò in Svezia a studiare quel modello welfare e portarlo in Italia. Poi vent'anni in Parlamento. Oggi critica la riforma Renzi: "Non possiamo avere una scuola divisa per classi"
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BOLOGNA - "Quest'anno non ho rinnovato la tessera del Pd, e tutto mi fa dubitare che lo farò in futuro. Io non mi ci ritrovo più, non è più il mio partito. Ma dopo aver lavorato per 60 anni come una matta, faccio molta fatica a non essere iscritta a nessun partito, lo sono da quando avevo 15 anni. Per questo mi trovo a disagio a dire: non mi iscrivo più. Non l’ho ancora detto del tutto, diciamo che ci sto pensando ma è l’ultimo dei miei pensieri". L’addio di Adriana Lodi è di quelli ad alto valore simbolico. Assessore al Comune di Bologna dal 1964 col sindaco Giuseppe Dozza, Lodi aprì i primi asili nido a Bologna nella giunta di Guido Fanti. In Italia strutture simili ancora non esistevano, ma lei andò in Svezia a studiare quel modello di welfare, insieme a un rappresentante della minoranza. Così nel 1969 si apre sotto le Due Torri il primo nido, il Patini, alla Bolognina. In città tutti la ricordano per quell’esperienza, ma la sua carriera non si è fermata lì: entrata in parlamento nel 1969 ci è rimasta per 23 anni. La prima tessera al Pci la fece nel 1948.

Di Adriana Lodi passò alla storia la fotografia in Comune insieme alla prima cosmonauta, e la sua militanza in quella "stagione del fare" rimasta nei ricordi di tanti bolognesi, oltre che sui libri di storia. Ma dopo tante battaglie, a 82 anni, Adriana lascia il partito che ha sempre seguito, attraverso tutte le trasformazioni. "Seguo i lavori parlamentari e mi viene la rabbia - racconta dalla sua casa, casualmente proprio in via Dozza - non mi trovo d’accordo quasi con niente e mi sembra strano perché la mia vita è stata tutta dedicata al’impegno e alla politica. Io ci ho messo la vita, ho sacrificato tutto quello che potevo, ora basta".

La decisione della “mamma” degli asili nido è il frutto di tante delusioni, anche quelle nate dall’ultimo dibattito sulla scuola, ma parte dalla politica locale. "Parto proprio dal livello locale, perché credo che non siamo mai caduti così in basso- dice l’ex assessore - ma anche nella riforma della scuola io faccio fatica in generale a capire certe prese di posizione, sinceramente sarei stata anche più ardita". Ma il "cambiamento necessario" non può prescindere dal “caposaldo” che Lodi rivendica: "La difesa senza se e senza ma della scuola pubblica". "Se vogliamo avere un Paese moderno non possiamo avere una scuola divisa per classi - spiega - non mi convincono con il sostegno alle scuole private. Anche Francesca Puglisi, che è bolognese, per me fa discorsi insostenibili. La scuola pubblica, statale e comunale, è quella di tutti. La più importante e la più democratica".