La crisi mi azzanna, le tasse mi strozzano, ma non toccate il mio Suv. Nell’Italia dei redditi dichiarati, dove intere zone del Paese galleggiano appena al di sopra della sopravvivenza, ci sono contribuenti che non sembrano poter rinunciare ad avere un bel po’ di cavalli sotto il sedile. Bolidi e berline di lusso sfrecciano anche in paesini depressi, dove le case cadono a pezzi e il tasso di disoccupazione è un’emergenza cronica. Passione per i motori? Teste di legno? Qualcosa non quadra.

Guardiamo le denunce dei redditi del 2013. Dal recente documento del Dipartimento delle Finanze emerge la solita Italia a due velocità: il Sud denuncia una media per contribuente che è la metà di quella del Nord. Nulla di nuovo.

Se disegniamo l’Italia secondo questi dati, verrebbe fuori così:

Ora proviamo a disegnare un’altra Italia: quella delle auto di grossa cilindrata. Abbiamo preso la percentuale di quelle che superano i 2000 cc rispetto all’intero parco auto di quella provincia (dati Aci). Ecco come verrebbe l’Italia.

Ora proviamo un esperimento un po’ ardito. Abbiamo messo a confronto la media dei redditi con la percentuale di auto di grossa cilindrata. In teoria dovrebbero coincidere: a guadagni più alti dovrebbero corrispondere autovetture più lussuose. E invece: sorpresa. Non è così. Torniamo a disegnare la nostra Italia prendendo questi nuovi dati. Ecco cosa viene fuori.

Ci sono zone del Paese come il Nord Est (ma solo una parte), il nord della Puglia, la Basilicata, una bella fetta di Calabria, il sud della Sicilia e il nord della Sardegna dove, a fronte di redditi dichiarati (a volte infimi) il numero di belle auto è sproporzionato. Altre zone, normalmente considerate ricche, come il Nord Ovest, gran parte della Toscana e il Lazio, hanno un parco auto decisamente modesto per quel che dichiarano. Vediamo nel dettaglio alcune realtà.

CROTONE BATTE L’ASTIGIANO DEI VINI DOC

Nella provincia di Crotone la depressione è da sempre una piaga. Le amministrazioni fanno ponti d’oro anche al piccolo supermercato o al call center perché anche il lavoro che in altre realtà viene considerato sottopagato, qui è una manna. Un lavoratore della provincia di Crotone denuncia una media di poco più di 13.000 euro l’anno, il più basso d’Italia. Eppure in questa zona la percentuale di auto di grossa cilindrata supera quella della ricca Asti: il 7% contro il 6,5%. Solo 132 contribuenti denunciano di guadagnare oltre i 120.000 euro. Ma ci sono 357 autovetture che superano i 3000 cc. Com’è possibile?

Ci sono altre realtà come Crotone. Se costruiamo un grafico che riporti da una parte il reddito medio dichiarato e dall’altra la percentuale di macchinoni sulle auto totali della provincia, scopriamo tutta una fascia di cittadine che rappresentano un’anomalia.

A ISERNIA PIU’ JAGUAR CHE RICCHI

A Isernia risultano immatricolate 60.463 auto. Ma nonostante i 14mila euro di reddito medio, le utilitarie sono appena un quinto. Girano però 1506 auto sopra i 2500 cc. I contribuenti più ricchi (quelli che dichiarano oltre 120.000 euro l’anno) sono appena 125. Meno delle sole Jaguar immatricolate: 133.

LA ROLLS E GLI ARANCI

La Sardegna vive un conflitto curioso. Sono gli abitanti della provincia di Cagliari, nel Sud, i più ricchi. Ma è nella provincia di Olbia Tempio che si vedono più auto lussuose. Dalle parti del Golfo degli Aranci è possibile imbattersi in una Rolls Royce, 137 Porsche, 22 Ferrari e 24 Maserati.

È SONDRIO LA CAPITALE DEI BAUSCIA

Milano è la più ricca provincia d’Italia. Il dato non stupisce: con i suoi 25.704 euro di media stacca di gran lunga tutte le altre province. Nella vicina Sondrio guadagnano un terzo di meno. Eppure qui ci sono più auto che superano i 2000 di cilindrata (il 9,24% del parco auto) rispetto a Milano (8,72%).

ALTO ADIGE. FORSE TROPPO

La provincia di Bolzano è l’unica dove oltre un’auto su dieci ha una grossa cilindrata. Sono tante persino per una provincia ricca, dove i contribuenti dichiarano oltre 120.000 euro l’anno. Sotto le Dolomiti sfrecciano quattro Corvette, 295 Jaguar, 6 Lamborghini, 20 Rolls Royce, 1153 Porsche, 114 Maserati, 126 Ferrari. Ci sono anche 9 Morgan. E dire che solo l’1% dei contribuenti dichiara di guadagnare più di 10.000 euro al mese.

NELLA TERRA DI MONSU’ TRAVET

Ci sono anche degli italiani sobri. Torino è la capitale delle Ferrari. Ce ne sono 690 immatricolate in provincia, eppure è una delle zone più parche del Paese. Un torinese denuncia in media poco più di 21.000 euro. Con quei soldi, guardando l’andamento delle altre province, dovrebbe vantare almeno il 9% delle auto di grossa cilindrata. Invece si ferma al 5,70. Così succede ad altre province come Genova, Bologna, Roma, Monza e Brianza. Un effetto probabilmente dovuto al fatto che nelle grandi città si trovano anche grandissimi contribuenti, che guadagnano cifre enormi e portano in alto la media dei redditi denunciati. La loro popolazione, però, non guadagna così, nella realtà.

NAPOLI LOW PROFILE

Curioso è il caso di Napoli. Con i suoi 16.793 euro di media non naviga in buone acque. Ma nemmeno così disastrose da giustificare la sua posizione nella classifica delle province con le auto più lussuose: è ultima. Con i redditi denunciati supera tranquillamente altre 24 province. Ma forse girare per le strade partenopee con una delle 14 Lamborghini o delle 650 Maserati immatricolate è un rischio troppo alto. Meglio scegliere qualcosa più discreto: il 96% delle autovetture è sotto i 2000 cc.

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