Milano, 12 dicembre 2014 - 08:09

Mafia Capitale e le tifoserie
Pallone, rapine e camerati

Gli ex Nar di «Mondo di mezzo» hanno in comune il passato nelle file di «Opposta fazione», gruppo di ultrà romanisti. Pestaggi a immigrati e assalti alle banche

di Alessandro Fulloni

Curva Sud, stadio Olimpico di Roma. Striscioni esposti dal gruppo neofascista di «Opposta fazione Curva Sud, stadio Olimpico di Roma. Striscioni esposti dal gruppo neofascista di «Opposta fazione
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ROMA - Ultrà, rapine e «mafia Capitale». Quanto calcio (tra campo e curve) nelle carte dell’indagine che sta terremotando Roma. Se tifo e criminalità talvolta vanno a braccetto, è Fabio Gaudenzi, 42 anni, arrestato per mafia e leader degli ultrà giallorossi di «Opposta fazione», gruppo neonazista, a spiegare il perché in una chiacchierata intercettata con un imprenditore che chiede aiuto economico a quelli di «Mondo di mezzo». È in curva che si recluta manovalanza per le «batterie» disposte a tutto. «Noi e tutto il gruppo dello stadio... tutto il gruppo nostro diciamo dell’”Opposta fazione”, il gruppo mio... tutta gente che viene da ... viene da là (dal milieu capitolino,ndr). Io quando ero... ne ho reclutata tanta di gente... cioè portare quelli della politica dentro lo stadio per... da lì creare il gruppo e... che durante la settimana si occupava di alcune cose e poi la domenica di altre... tanto per non farsi mancare nulla». La chiacchierata continua così. «Lo stadio è un bel covo di criminali, comunque eh?» chiede l’imprenditore, tra l’incuriosito e l’ammirato. E l’altro, incerto: «Prima adesso». E ancora: «eh, ma pure Richi - il riferimento è a Riccardo Brugia, braccio destro di del boss Massimo Carminati, ex Nar anche lui in manette -... quelli là escono dallo stadio?». Gaudenzi sibila un «uh», e incalzato da un « o no?» alla fine ammette: «sì».

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«Mafia capitale», volti noti coinvolti nell?inchiesta

«Opposta fazione» azzera il Cucs

Passo indietro di 15 anni. Arriviamo al settembre 1999. Sugli spalti dell’Olimpico giallorosso si combatte una vera e propria battaglia campale dopo che d’improvviso compaiono le bande di «Opposta fazione». Tra spranghe, coltelli e pugni i nuovi arrivati domenica dopo domenica annientano lo storico gruppo dei Cucs. Finendo per impossessarsi del business in curva: biglietti, trasferte, spaccio. Sventolano svastiche e altri simboli nazisti e a guidarli c’è anche Gaudenzi, detto «Rommel». Il gruppo - si legge nell’ordinanza - si rende «protagonista di numerosi episodi di violenza e di intolleranza razziale», raid con altre tifoserie, pestaggi a extracomunitari. Senza contare quanti di «Opposta fazione» sono rimasti coinvolti in rapine. Talvolta finite nel sangue. Per stare all’ultimo caso: marzo 2013 a Roma, l’assalto a un furgone blindato della «Fidelitas».

Pallone, rapine, Nar e brigatisti

Lo compiono Claudio Corradetti (ultrà di destra violento, arresti per pestaggi e risse) e Giorgio Frau, ex brigatista rosso che viene ucciso dai colpi della guardia giurata che spara per difendersi. Complicità insolita, quella tra i due malviventi, dettata soltanto dalla comune attività delle rapine. Quelle, appunto, cui si dedicano tanti curvaioli di Mondo di mezzo tra cui Raffaele Bracci e Marco Placidi (arresto in carcere per il primo e domiciliari per il secondo). «Il legame con questi personaggi era rinsaldato - si legge nelle carte - anche dalla medesima militanza nelle file di “Opposta Fazione”», attraverso il quale «Rommel» si attribuiva il merito di aver fatto transitare “tanta gente”». «Alcuni di loro lavoravamo insieme... -ricorda nostalgico Gaudenzi - quando eravamo pischelli», «eravamo ragazzini...». «Cameratismo» irrorato così: «gente che ha litigato da sempre da quando sei regazzino, capito? sempre capito?», «cioè soprattutto poi quando era il tempo della politica... cioè qua... l’avemo sfonnati...». Quanto a Brugia «condannato coi Nar pure lui eh... non è che... tutti terroristi eh... cioè lui ha fatto il carcere per... come terrorista come estremista di destra le condanne... associazione sovversiva, banda armata...». Infine la sintesi: «Riccardo è stato uno dei più grossi rapinatori de Roma». «Rommel»non parla per sentito dire: assieme a Brugia, tra l’altro, nel 1994 assaltò una banca all’Eur: due morti. La guardia giurata ed Elio Di Scala, altro estremista noto con l’eloquente nome di «Kapplerino».

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Mafia di Roma, il boss De Carlo e le sue frequentazioni vip

Indagato anche «Marione» Corsi, «voce» giallorossa

«Mondo di mezzo» e calcio s’intersecano assai. È indagato anche Mario Corsi, storica voce delle radio giallorosse e un passato di Nar. È con «Marione», così lo chiamano tutti i tifosi, che «er Cecato» in una conversazione intercettata assieme a Brugia, spiega che occorre andare a «bussacchiare» agli uffici del Comune, per accreditarsi presso i neoeletti e garantirsi l’assegnazione di lavori. «Ecco, se poi vengo a sapè che te lo fa un altro, capito? Allora è una cosa sgradevole…» è il ragionamento a voce alta del boss Carminati. E poi è ancora Corsi a mettere in contatto «Mondo di mezzo» con Marco Staffoli, marito di Rosella Sensi ex presidente della Roma, per un possibile business riguardante un parco giochi su un terreno» di proprietà dell’imprenditore.

Carminati chiama il ds Fiorentina

È Daniele De Rossi, vice capitano della Roma e uno dei senatori della Nazionale a rivolgersi a Giovanni De Carlo - «Giovannone» per gli amici, boss a cui piace la bella vita, emergente e per questo in rotta con il gruppo storico di «Mondo di mezzo» - per chiedergli un aiuto dopo una rissa in discoteca che lo aveva preoccupato. Spunta pure una conversazione telefonica con Daniele Pradè, direttore sportivo della Fiorentina e precedentemente ds giallorosso. Il 21 settembre del 2012 Daniele Pradè chiama Massimo Carminati. I due si intrattengono poi Carminati dice a Pradè che quando tornava a a Roma potevano andare a mangiare insieme «...alla piazzetta nostra...». Pradè peraltro chiarisce: «Lo dico con grande forza: sono assolutamente sereno, nessun tipo di interesse comune».

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