Firenze

Arezzo, professoresse a luci rosse: incontravano gli alunni con sms in codice

Le due donne, di 38 e 43 anni, insegnano in una scuola superiore. I ragazzi sono tutti maggiorenni. Scoperte da un'agenzia investigativa ingaggiata dal marito di una delle due

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"Oggi gita in campagna". Era questo il messaggio in codice che due giovani e piacenti professoresse di una scuola superiore di Arezzo avrebbero inviato per sms agli alunni prescelti per incontri erotici. I ragazzi, tutti maggiorenni, si ritrovavano con le due donne di 38 e 43 anni, in un casolare di campagna preso in affitto all'uopo dalle professoresse. Divertimento per tutti, e nessun risvolto giudiziario essendo i ragazzi maggiorenni e consenzienti, fino a quando, come riporta oggi La Nazione, il marito di una delle due donne, insospettito per le assenze pomeridiane della moglie, non l'ha fatta seguire da un'agenzia investigativa. L'agenzia, dal suggestivo nome 'Ombra', specializzata in indagini su infedeltà, ma anche divorzi e divisioni patrimoniali, ha scoperto così come la professoressa trascorreva le ore fuori casa. Il giorno prescelto per gli incontri, tutti insieme docenti e insegnanti, raggiungevano in auto il casolare degli appuntamenti, un luogo molto isolato in piena campagna.

"Abbiamo reso nota la storia perchè è già trascorso del tempo dal fatto", racconta l'agenzia. "Il nostro cliente - spiega all'Ansa Antonio Monforte, investigatore privato di 'Ombra' - ha superato ormai lo choc, decidendo di separarsi dalla moglie con la quale non ha voluto avere più nulla a che fare".
La vicenda pruriginosa ha creato non poco scalpore ad Arezzo tanto che in città si grida allo scandalo anche perchè le due insegnanti, non essendoci stata alcuna denuncia essendo i ragazzi maggiorenni, risultano ancora al loro posto di lavoro.
Anche per questo ad Arezzo si cerca, con grande interesse, di ricostruire l'identikit delle due insegnanti.
Intanto il Moige - movimento genitori tuona: "Il comportamento delle professoresse di Arezzo oltre che squallido risulta del tutto incompatibile con il ruolo educativo che rivestono", dichiara Maria Rita Munizzi, presidente nazionale Moige . "Quanto accaduto - sostiene - danneggia didatticamente gli alunni, poichè compromette la credibilità del metro di giudizio adottato e può influenzare il rendimento scolastico di tutta la classe. Siamo di fronte all'annichilimento del rapporto professionale che deve esistere tra docente e allievo: in queste condizioni il prosieguo dell'attività didattica è inevitabilmente compromesso". "Abbiamo chiesto l'intervento degli ispettori del Ministero dell'Istruzione - conclude - affinchè vengano presi provvedimenti contro le professoresse, che alla luce di quanto accaduto non possono più garantire l'integrità del patto educativo tra istituzioni, scuola e famiglia".
Non è dato sapere come la vicenda abbia influito sul rendimento scolastico degli alunni. Quello che è certo è che i ragazzi che si accompagnavano alle piacenti insegnanti non erano scelti per la loro prestanza. A quanto risulta, erano diciottenni normalissimi.