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L’ultrà che “autorizza” la partita e la maglia per il killer dell’agente Raciti
Speziale è stato condannato per la morte dell’ispettore capo, ucciso fuori dallo stadio nel 2007. «Genny ‘a carogna» si fa inquadrare con una maglia dedicata
«Speziale libero». Indossa una maglia dedicata a un ultrà assassino, condannato in via definitiva per la morte, nel 2007, dell’ispettore capo Filippo Raciti, il capo ultrà del Napoli che dà “l’assenso” alla disputa della finale di Coppa Italia tra i campani e la Fiorentina. Si chiama Gennaro, meglio noto come «Genny ‘a carogna» ed è il capo della curva A del San Paolo di Napoli. Sul retro della t-shirt nera un’altra scritta, più generica: «Libertà per gli ultras».
La T-shirt del capo ultrà «Speziale libero»
Genny e il silenzio degli ultrà della Fiorentina
Gennaro ha anche un cognome, De Tommaso, precedenti per spaccio di stupefacenti e un arresto, nel 2008 proprio per traffico di droga. E anche un Daspo, il provvedimento di divieto d’accesso agli eventi sportivi. Sabato sera «Genny ‘a carogna, oltre che mediare con dirigenti e forze dell’ordine, prima della partita è riuscito anche ad assicurarsi il silenzio dei “colleghi” della Fiorentina (gli ultrà non hanno tifato, gli altri tifosi hanno potuto cantare). Secondo quanto si apprende da fonti investigative, è figlio di Ciro De Tommaso, ritenuto affiliato al clan camorristico del Rione Sanità dei Misso.
La foto a Londra
La sua leadership in Curva A è nota da tempo, prima comandava il gruppo dei Mastiffs. E non è nuovo a una certa visibilità mediatica: la sua foto a torso nudo all’Emirates di Londra in occasione della partita di Champions League tra Arsenal e Napoli dello scorso ottobre ebbe molto risalto sui giornali inglesi venendo associata alla devastazione di un pub poco distante dal campo di gioco di cui in un primo momento furono accusati i tifosi azzurri. Successivamente Scotland Yard chiarì l’estraneità dei tifosi azzurri rispetto a quell’episodio
Sugli spalti Renzi, la Pascale e Sorrentino Atmosfera surreale: petardi e Inno fischiato
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Il ritardo
La gara è iniziata con 45’ di ritardo dopo i violenti tafferugli culminati con il ferimento di un tifoso napoletano, grave dopo essere stato colpito da un proiettile. Sotto la Curva Nord dello stadio Olimpico di Roma sono andati prima il centrocampista azzurro Marek Hamsik, poi i dirigenti di polizia, per cercare di convincere i tifosi a non provocare ulteriori incidenti. Solo dopo 45’ di conciliaboli, il capo ritratto in foto, a cavalcioni delle barriere di protezione, ha dato il suo assenso annuendo visibilmente.
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