Nuovo appello del sindaco per cercare una soluzione alla problema delle lavoratrici e dei lavoratori a rischio delle cooperative della scuola. Fassino ha incontrato un gruppo di bidelle che si sono incatenate questa mattina in piazza del Municipio. Malgrado l’intervento del sindaco, i lavoratori hanno comunque intenzione di andare avanti a oltranza con la loro manifestazione.

«Non ce ne andiamo finché non ci convoca il ministro a Roma» dicono. Si daranno il cambio giorno e notte. Protestano contro i tagli che scattano col nuovo appalto il primo marzo, tagli del 33 per cento in Piemonte che si abbatteranno su 1.300 lavoratori (500 solo a Torino), lasciando di conseguenza più sporche e meno sorvegliate le scuole. Per tanti si passerà da 38 ore di lavoro settimanali a 12, lo stipendio da meno di mille euro a meno di 300. «Alcuni di noi sono già in cassa a venti ore dopo i tagli della Gelmini, due anni fa», dice Mattea Mintrone, bidella all’elementare Levi, a Barriera di Milano. «Con i tagli non garantiremo più pulizia e sicurezza». Molti lavoratori sono svantaggiati: “Ora col lavoro sono autonomi, con i tagli finiranno a ingrossare le fila dell’assistenza. È una situazione drammatica” dice Gabriella Semeraro della Cgil.

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