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Forte dei Marmi

Il ristorante e il gran rifiuto ad Abramovich

Il plurimiliardario russo rimane senza tavolo all'esclusivo «Bistrot». Il titolare: non faccio eccezioni

FORTE DEI MARMI (Lucca) — Quell'antipasto di crostacei crudi, preparati con salsine alla versiliese, pare fosse sopra tutti i suoi pensieri da magnate. E quel secondo sublime, un'aragosta scottata e adagiata su un tappeto di fagiolini verdi, pesto di pinoli della pineta di D'Annunzio, olive taggiasche e pomodoro canditi, lo aveva sognato anche la notte precedente.

Roman Abramovich
Roman Abramovich
Così Roman dalla suite del megayacht Grand Bleu — dove ha 45 camerieri e 5 cuochi — all'ancora al largo di Forte dei Marmi, aveva deciso. E ordinato: «Telefonate al ristorante Bistrot e prenotate per otto persone, domani sera». Di solito quando Roman Abramovich, miliardario russo, proprietario del Chelsea, chiede qualcosa, in pochi hanno il coraggio di dire di no. Stavolta, invece, ha incassato un rifiuto. «Caro Abramovich il nostro locale è al completo, purtroppo non la possiamo soddisfare. Riprovi domani», ha più o meno risposto David Vaiani, 36 anni, titolare del blasonato ristorante sulla passeggiata a mare della cittadina balneare a due passi dalla Capannina, un posto romantico a prezzi neppure troppo esosi (70-100 euro) con ricette insuperabili.

Un no inflessibile, quello di Vaiani, che pare abbia mandato in bestia Abramovich. Che dopo l'arrabbiatura ha deciso di togliere il disturbo e ha puntato la prua verso la Sardegna. David ricorda un po' imbarazzato l'accaduto. «Niente di personale contro il signor Roman — spiega —. È una persona simpatica e cordiale che abbiamo avuto l'onore di ospitare una decina di giorni fa. Il problema è che noi siamo professionisti seri e sopra ogni cosa ci sono i clienti. Se siamo al completo non possiamo aggiungere posti, rischieremmo di compromettere la qualità del servizio. E questo vale per tutti».

Quel no David forse lo ha pagato a caro prezzo. Il presidente del Chelsea è un personaggio dal portafoglio generoso, soprattutto verso chi asseconda i suoi peccati di gola. Lo scorso anno per un piccolo prolungamento dell'orario di chiusura della Locanda Lorena, ristorante con supervista sull'isola Palmaria, davanti a Portovenere, aveva infilato in tasca di un incredulo cameriere 400 euro di mancia. «La mancia più importante per noi del Bistrot è una sola: vedere clienti contenti e ben serviti — risponde Vaiani —. Forse è proprio per questo che siamo nelle guide più importanti e abbiamo grandi clienti. Come l'attore Kurt Russel, Eros Ramazzotti, Romano Prodi, Sandro Bondi e tutta la squadra della Juve». La notizie del «super no» ha fatto il giro di Forte dei Marmi. Scherza il sindaco Umberto Buratti (Pd): «Abramovich? Che ami il Forte ci fa piacere, ma gli forniremo i numeri di altri ristoranti. Il Bistrot ha fatto bene a dire di no. Anche al Forte le regole valgono per tutti, abitanti, turisti e ricconi compresi».

Marco Gasperetti
11 agosto 2008(ultima modifica: 12 agosto 2008)

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