Scritto sui banchi

24 maggio 2007

sos per sos tata


Cuscini lanciati in aria. Morsi sulle braccia e sulle guance. Fai Jonh Cena a papà! La piccola biondina stramazza al suolo e il fratellino la strangola. Il bambino urlante viene trascinato da sotto le ascelle dalla mamma fuori dall’edicola. Voglio la bustina dei tatuaggiiiiiiii! Lo lasci lì, vedrà che capirà. E il piccino si accovaccia all’angolo della strada. Solo e sperduto. Poi raggiunge gli altri. Dal bordo piscina la mamma urla di nuovo: vuoi uscireeeeeeee?
Scene di ordinaria follia. Squarci di vita quotidiana che hanno per protagonisti genitori e figli. Situazioni talmente orrorifiche che si potrebbe fare un reality. Anzi, l’hanno già fatto. E si chiama Sos tata. E qualcuno ancora si ostina a dire che la televisione non è educativa! Vedere per credere: ogni settimana, una famiglia abbattuta abbacchiata abbuffata di capricci, praticamente sull’orlo di una crisi di nervi causa figli, prima di precipitare nel baratro del lassismo pedagogico, decide di lanciare un sos via etere. Dall’altra parte del filo, un pool di tate, “esperte e competenti”, vestite dalla stessa sarta della signorina Rottermaier, l’odiosa istitutrice di Heidi, raccoglie la richiesta e manda la persona giusta al posto giusto. Tempo sei giorni reali, montati poi in un’ora televisiva, la felicità ritorna a splendere sui tetti della famigliola.
Quando mia sorella mi racconta dell’esistenza di questa trasmissione, ho subito la tentazione di telefonare. Prendo carta e penna per segnare il numero. Però poi mi angoscia l’idea di avere una troupe televisiva in casa, e allora decido di vedere qualche puntata.
E’ come sfogliare il volume: “il medico in casa”. Basta leggere i sintomi per sentirsi addosso tutte le malattie: dagli orecchioni alla lombosciatalgia. Tutte, contemporaneamente. L’altra sera mi sono identificata in tutti e quattro i genitori dei due episodi. E sarei andata avanti per tutta la notte, se solo ne avessero trasmesso altri. C’era la madre vigile urbano, quella che dice esasperata: bastaaaa, non ce la faccio più. C’era il papà baby sitter, che insegue il figlio per fargli mangiare l’ultimo chicco di riso del piatto. C’era la mamma incapace di rimproverare i figli, che cede e compra tutto pur di non fare figuracce nei negozi. C’era il papà giocherellone, che dimenticava gli orari del pranzo, della cena e della nanna. Gli errori madornali di cui sono capaci i genitori, io li faccio tutti. Nonostante l’abbondanza di libri di pedagogia, psicologia, riviste specializzate, counseling on line, ecc. Deve essere come le riviste per le diete. Si comprano ogni mese perché non si dimagrisce mai. Torniamo alla tata. Lei arriva. Osserva – scandalizzata, schifata ma silente – per due giorni la situazione. Al terzo giorno si presenta con un foglio su cui sono scritte le regole che i partecipanti devono rispettare. Prima i genitori e poi i figli. Il tazebao viene appeso sul frigo e impresso nel cuore e nella mente. Lei, la tata, per quattro giorni vigila sulla effettiva realizzazione dei buoni propositi. “No, devi trovare tempo per te, e andare nel salone di bellezza”. La mamma torna con lo smalto alle unghia e i tre bimbi la guardano spaventati, pensavano fosse sangue. “Tu devi giocare con tuo figlio con i pennarelli e non al wrestling” e il papà colora il leoncino sul foglio. “Tu devi saper dire di no”. “Voi siete i genitori e i bambini devono capire di avere dei limiti. Siete voi che dovete decidere come e quando fare le cose”. Davanti alla tv io e i miei figli siamo spaventati. Mica facile uscire dal ruolo di vittima e di carnefice. Io quasi piango quando vedo l’happy end. I bimbi non fanno più a botte, la mamma è felice, il papà pure. La tata è commossa e se ne va con una splendida lettera di ringraziamento. Ciao ciao.
Ma ciao ciao lo dico pure io, dopo l’iniziale momento di commozione. Qui i bambini sono rappresentati come tiranni, dispotici, rompiscatole. E i genitori come incapaci di gestirli. Ma la ricetta, le tate l’hanno rubata a Danny De Vito, quando urla alla sua piccola: “devi fare quello che dico io. Perché io sono grande e tu sei piccolo, io comando e tu no!”. Perché nulla, dice la tata, è più importante dei limiti e delle regole. Giusto. Maledettamente giusto.
Però un sos pure alla tata ci vuole. Deve smetterla di frequentare brutta gente! Mai sentito parlare della straordinaria grandezza dei piccoli?

2 Comments:

  • io vedo sos dall'anno scorso.è istruttivissimo.mi piacciono tutte le tate del programma.vedo anche quello per gli adolescenti.i problemi per la mia famiglia(che riguarda i miei parenti:zii cugini e nipoti piccoli e poppanti)i miei zii e cugini sono stressati esasperati e nervosissimi.gli fanno finire le corde vocali.

    Da Anonymous Anonimo, alle 24 settembre, 2008 10:32  

  • è vero, è istruttivo. però ci sono delle cose che non mi convincono fino in fondo. tutto porta invevitabilmente al lieto fine. invece la vita è molto ma molto complicata. con o senza pargoli e poppanti. illudersi, illudere, di far funzionare tutto è una beffa troppo grande che nessun genitore o educatore autentico può sopportare.
    ma è solo un'opinione.
    grazie però per la condivisione...

    Da Blogger Marilena Lucente, alle 24 settembre, 2008 20:01  

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