Due squadre meridionali a Rubiana

Una bella trasferta da ricordare

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Due squadre meridionali a Rubiana
Una bella trasferta da ricordare

Fra poche settimane al Colle del Lys si terrà la consueta cerimonia di commemorazione del 25 Aprile. Questa è l’associazione mentale immediatamente corsa alla testa guardando il calendario che ci prospettava la difficile trasferta sul campo del Rubiana.

Ora ho in tasca la tessera da simpatizzante n.56 del rubiana calcio e una maglietta blu con il loro nome scritto in giallo. Alla fine di una partita che aveva visto alcuni nervosismi non hanno voluto che pagassi la lattina di thè e ancora nel parcheggio ci ha fatto piacere scambiare quattro chiacchere  con i nostri avversari che ci avevano meritatamente battuto. Hanno un sito curato e aggiornato che ci racconta la storia di questa squadra consolidatasi nella Uisp e che ora cerca di avviare anche  un settore giovanile. Da un punto di vista tecnico e di composizione sono molto simili allo Sport Sud che incontrammo in terza e in seconda ma nella partita di oggi sono stati molto più forti di loro. Grande rispetto quindi per questa squadra e questa società che ha un carattere tosto. Un amalgama mai incontrato prima tra meridionali “regolari” e l’alpestre cocciutaggine di queste valli.

Giacomo guida molto bene e, obbligato a fare il passeggero da un ritiro di libretto di antica memoria, siamo venuti a fare il sopraluogo in una stupenda giornata di sole primaverile. L’aria era ancora fredda per il vento che aveva liberato le valli e la pianura ma concedeva una luminosità quieta e piena, che un paio di ragazzi hanno riconosciuto in una foto pubblicata, proprio nel momento in cui stavamo entrando al ristorante per il pranzo. Mi aveva colpito, durante il sopraluogo, la cordiale accoglienza che ricevevo ogni volta che venivo riconosciuto come un locale. Questo segno di asprezza del confronto non mi aveva stupito perché  lo vissi nello stesso modo una ventina di anni fa al matrimonio di un nostro giocatore la cui cerimonia si svolse proprio, con mia grande sorpresa, in un ristorante di rubiana dal recente cambio di gestione.

Quegli uomini arrivati dalla sicilia  per festeggiare un congiunto erano molto diversi, o almeno, a me allora parevano troppo diversi, da quelle cameriere piemontesi timide e impacciate che li servivano.

Quando giacomo, elegante e imponente, è entrato nel ristorante che avevamo scelto erano presenti sei persone e la figlia della titolare. Non appena mi hanno sentito parlare il colore della pelle di giacomo è scemato dai loro pensieri principali e, come da sempre nelle nostre valli, l’uno garantiva per l’altro.

Ho voluto portare i nostri ragazzi a mangiare in una borgata alpina. Hanno visto qualcosa che non conoscevano e la nostra contaminazione non è stata di impaccio alla clientela che ieri è accorsa a festeggiare con un buon pranzo il primo giorno di primavera. Ai muri c’era un quadretto con le foto dei nonni, in bianconero e proprio come si immaginano le cartoline dell’inizio secolo scorso. Le ho fatte vedere ad andrea e lui mi ha detto che erano uguali a quelle del suo paese, cosi come era uguale, l’ambiente che ci circondava. Io gli ho detto che la povertà e i suoi valori  sono stati, e sono, uguali in calabria e in piemonte. Nelle loro e nelle nostre valli.

Qualche cocciuto montanaro ha esposto sulla montagna, che chiunque entri in val susa non può ignorare, un enorme striscione con su scritto NO TAV. Questo striscione è stato tra le immagini più riproposte delle iniziative di contestazione . Di fianco, io l’ho visto per la prima volta mercoledì scorso,  qualcuno ha aggiunto un altro striscione con gli stessi caratteri e le stesse dimensioni che dice NO MAFIA.

Mi auguro che questa manifestazione di protesta, di dissenso, sia tollerata e compresa senza ritorsioni nei confronti di chi l’ha attuata.

Di certo era buffo che a contendersi tenacemente il risultato sul campo del rubiana ci fossero due squadre che sinteticamente definirei  “meridionali” . Il loro e il nostro stile sono entrambi vincenti. La sintesi che siamo stati capaci di fare nelle nostre due società sarà sicuramente diversa ma lo spirito di rispetto, di leale contrapposizione, di ospitalità,  che ho visto sabato sul campo di rubiana mi fanno ben sperare per il futuro.

E’ certo un futuro ben diverso da quello che immaginavo adolescente alla Casa Alpina di Rubiana quando partecipai a un incontro comunitario promosso da uno dei nostri maestri. Quel seme che conobbi allora si è trasferito di vallata ma continua a germogliare quotidianamente ne La città sul monte.

E’ molto diverso, anche, da quel futuro che immaginavo giovanotto quando coi motorini o le cinquecento salivamo queste strade, verso il colle del Lys,  per andare in camporella o ad annaffiare nel vino le speranze rivoluzionarie.

Mentre scorreva in primo piano una normale trasferta di campionato, si sono inserite nella nostra mente, delle immagini di sfondo che con questo articolo spero di tenere vive in me e nei nostri ragazzi.

Il nostro essere squadra al passo coi tempi e capace di anticipare la comprensione di ciò che serve per vincere è stata infatti fortemente alimentata da questa trasferta.

Non mi riferisco alle inesperienze o carenze di gioco.

Mi riferisco alla comprensione di quanto stia diventando normale lo stile che abbiamo introdotto con grandi sacrifici nel campionato di terza categoria. La squadra di amici che ci ha battuto è l’esempio di come, pur con coniugazioni diverse, si possa arrivare al medesimo esito. Ex ragazzi di strada trovano nel rubiana calcio una sede opportuna per divertirsi.

Noi che forse saremo gli ultimi ragazzi di strada italiani che calcheranno i campionati torinesi dilettanti abbiamo trovato a rubiana un’ esempio positivo di dove siano arrivati i nostri fratelli maggiori e dobbiamo sapere che è necessario crescere molto per fare la strada che hanno fatto gli uomini che ci hanno battuto ieri.

Mi riferisco infine alla bella giornata trascorsa e alla serena dimensione del nostro divertirsi. Mentre il mister o il giocatore non può che essere incazzato per la sua pirlaggine (termine meneghino che ben si addice) , l’uomo o il ragazzo, non può che sperare che trasferte come queste, vincenti, si ripresentino.

Vediamo il bello di ciò che abbiamo fatto, ringraziamo chi ha preso il pulman o la macchina per venire a vederci. Ricordiamo che è compito nostro indicare lo stile per il quale ogni partita possa essere quello che noi vogliamo.

Che dopo una sconfitta come questa mi abbia raggiunto lo squillo di un nostro ex avversario, che era presente e che voleva salutarci nel parcheggio del rubiana, mi ha fatto molto piacere.

Quello squillo sigilla benissimo questa trasferta,a metà strada tra il passato e il futuro.

                                                                      ALBUM FOTO



Scritto da nanus
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