Classi miste in Terza

Ragazzi e esperti a confronto (byGiulia)

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Classi miste in Terza
Ragazzi e esperti a confronto (byGiulia)

Chi dice Terza Categoria, dice “Esperienza”. Aggettivo con cui solitamente si indicano quei giocatori che da tempo non sono più allievi. Magari molto tempo. Eppure B Ron  ha voluto anche qui farsi pioniere di una nuova scommessa: introdurre sui campi sporchi di sangue e sudore, giocatori juniores, classi da ‘87 a ’90. Ed è stato ancora Bingo. In particolare parliamo di Michele Bartucci, ex Pozzomaina, Giuseppe Miniello e Paolo Lamberti, entrambi ex Cit Turin, giovanissimi che si sono fatti la scorza in campionato, dimostrando la loro valenza a colpi di testa e non di gomiti, come troppo spesso invece accade. Certo non è stato facile. Ma da quando ci sono, sembra che la Terza si sia ripulita. O almeno che ci provi. Le risse e le  polemiche restano, ma quando hai di fronte un ragazzo dalle doti promettenti, vuoi innanzitutto proporgli un modello di riferimento positivo. E tendi a non comportarti da papalotto arrogante che riversa le frustrazioni di una settimana di lavoro sui campetti della domenica. Altre squadre si stanno ricredendo su questo fronte e stanno investendo per reinventarsi delle rose che abbassino drasticamente l’età media. Il risultato? Certamente partite più spettacolari e divertenti per il pubblico, oltre che un gioco più veloce ed intuitivo. E appunto, si spera, meno violento. Abbiamo intervistato Alessandro Capra, classe ’70, difensore del Da Giau, che in una partita contro la Franceschina si è trovato a dover marcare un avversario di due deca più giovane:
“Ho scoperto quanti anni avesse solo a fine partita ed essere riuscito a stargli dietro mi ha dato ancora più soddisfazione. La differenza comunque si sentiva soprattutto nei lanci lunghi, quando era necessario scattare. Lì era avvantaggiato lui. Ma io dai miei diociotto campionati in Terza ho imparato come conservare le energie, come evitare gli errori, come migliorare la mia posizione senza stancarmi. E’ stato un bel duello”.
Per dimostrare che non si smette mai di imparare. E che la derisione e lo scherno non servono quando a parlare è un pallone.



di Giulia Palmieri


Scritto da zicoria
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